Si legge da più parti che il futuro della agricoltura sia l’Agricoltura 4.0. Ma di cosa si tratta veramente? Di cosa parliamo quando usiamo il termine di Agricoltura 4.0? Un documento pubblicato dall’European Agricoltural Machinery – cerca di mettere ordine nella giungla di concetti e appellativi e di fare chiarezza su questo termine, ripercorrendone la storia.
In principio c’era l’Agricoltura 1.0 e ci si riferisce con questo all’inizio del Ventesimo secolo, quando l’agricoltura era un sistema produttivo a elevato impiego di manodopera – un terzo circa della popolazione lavorava nel settore agricolo – ma, in relazione, a bassa produttività. Poi arrivò l’Agricoltura 2.0: era l’inizio degli Anni Cinquanta e questa epoca fu segnata dalla famosa “rivoluzione verde”. L’impiego di fertilizzanti chimici e fitofarmaci permise un aumento elevato della produttività, ma ebbe anche conseguenze meno positive, che oggi conosciamo. La fase 3.0 – Agricoltura di Precisione – è apparsa nella metà degli Anni Novanta del secolo scorso, resa possibile grazie innanzitutto all’utilizzo di strumenti di geolocalizzazione satellitare per guidare il lavoro delle macchine agricole. Da lì alla guida automatica dei macchinari il passo è stato breve e infatti, secondo CEMA, le prime macchine a guida autonoma in ambito agricolo sarebbero già state usate alla fine degli Anni Novanta. Oggi la precisione raggiunta della guida geolocalizzata ha raggiunto livelli elevati. L’adozione di queste tecnologie fu inizialmente ostacolata da bassi costi di fertilizzanti chimici e elevati costi delle strumentazioni necessarie, ma oggi la situazione si sta ribaltando. Se alla agricoltura di precisione si aggiungono un sempre più diffuso uso di internet e PC, una gestione sempre più accessibile di dati e tecnologie di monitoraggio sempre più specifiche si entra a poco a poco nella versione 4.0 della Agricoltura, al cui avvento stiamo assistendo in questi ultimi anni.
Anche l’agricoltura diventa “Smart” – Così è anche chiamata l’Agricoltura 4.0: smart o digital, proprio per sottolineare il legame fondamentale delle tecnologie sul campo a internet e all’uso di computer, alla condivisione di dati e informazioni non solo tra macchine, ma anche tra operatori diversi della filiera. Cosa caratterizza l’Agricoltura 4.0?
Il documento di CEMA evidenzia alcuni punti, tra cui:
- l’arrivo sul mercato di sensori, microprocessori e strumenti di comunicazione a minor costo e, quindi, più accessibili;
- un migliorato accesso alla rete internet e un sempre maggiore lavoro con il cloud in cui si accumulano dati da condividere;
- l’avvento di tecnologie in grado di analizzare grosse quantità di dati;
- l’arrivo sul mercato di macchinari agricoli dotati di strumenti informatici come computer di bordo, sensori, e processori in grado di fare comunicare tra loro le macchine operatrici;
- l’ottimizzazione nell’automatismo delle operazioni in molte macchine;
- la possibilità di monitorare in tempo reale l’operato sul campo e quindi adeguare, se necessario, il piano di lavoro per raggiungere una maggiore efficienza;
- la cooperazione tra diversi attori della filiera alimentare – tra clienti e fornitori, ad esempio – che permette maggiore sicurezza, tracciabilità, ottimizzazione dei costi.
Agricoltura 4.0 sta dunque per cooperazione e condivisione in termini di dati e informazioni, tra macchine diverse, tra operatori diversi, lungo tutta la filiera. Si guarda a tutto il processo, non più al singolo passaggio: il trattore comunica con la mietitrice e magari manda un segnale al fornitore locale, ad esempio quando un componente non funziona. L’imprenditore agricolo può avere una visione completa di tutte le attività delle macchine sul campo e assicurarsi che esse stiamo lavorando al meglio; può monitorare risultati e costi delle operazioni, in ogni fase del processo, mettendoli in relazione al possibile prezzo finale del suo prodotto sul mercato. Questa è, almeno in teoria, l’Agricoltura 4.0.
Fonte: Agricoltura News